“Dobbiamo aspettare, ma la proposta avanzata dal Governo è molto equilibrata e risponde alle preoccupazioni dei portoghesi. A volte vedo commentatori che fanno allarmismo”, ma “i portoghesi vogliono una regolamentazione dell’immigrazione”, ha affermato Paulo Rangel, accanto al Presidente della Repubblica, durante le celebrazioni dei 50 anni d’indipendenza di Capo Verde, nella città di Praia.
Secondo Paulo Rangel, la posizione dell’esecutivo “rappresenta una politica umanista, ma che deve avere regolamentazione”, poiché “l’immigrazione è stata fuori controllo negli ultimi anni e ciò ha portato a situazioni negative per tutti”.
“Se siamo moderati, se usiamo il buon senso, che è ciò che vuole il Governo, possiamo effettivamente ottenere una soluzione umanista che incontri le necessità dell’economia portoghese, ma che allo stesso tempo garantisca che non ci sia una mancanza di controllo”.
Il governante ha evidenziato che “per quanto riguarda i cittadini lusofoni, sono oggetto di trattamento specifico e differenziato” e “si riconosce anche che questa vicinanza dà loro la possibilità di ottenere la nazionalità in meno tempo, sebbene ci sia ora un cambio” in discussione.
In ogni caso, ha sottolineato, non si deve trasformare l’argomento in un “caso”, “non è motivo” per farlo.
“Ciò che era motivo di preoccupazione era ciò che succedeva finora. Ho fatto campagna elettorale, chiedete ai portoghesi. Non è qualcosa che si possa dire da una bolla chiusa. Se camminiamo per le strade e parliamo con le persone, capiamo che vogliono una regolamentazione”, ha aggiunto, insistendo che “questo non ha nulla a che fare con un atteggiamento anti-immigrazione o anti-umanista”.
Accanto al capo della diplomazia, il Presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, ha considerato “molto intelligente” il fatto che il processo legislativo sia stato portato a discussione in sede specialistica, senza votazione, “per evitare subito shock, posizioni molto rigide tra i partiti”.
“Vedo predisposizione da parte dei partiti a parlarsi e trovare soluzioni”, ha ribadito, come ha affermato in una prima reazione, venerdì scorso, già a Capo Verde.
Le iniziative del Governo per modificare i decreti sulla nazionalità e l’immigrazione sono passate, venerdì, alla fase specialistica senza essere votate in generale, così come i progetti di legge del Chega sugli stessi argomenti.
Il Governo ha chiesto di cercare di garantire il consenso con i partiti dell’opposizione.
La proposta di legge del Governo per modificare il decreto sulla nazionalità mira ad aumentare il periodo di permanenza in Portogallo richiesto per ottenere la cittadinanza (da cinque a sette o dieci anni, secondo si tratti di cittadini lusofoni o non lusofoni).
Il Governo prevede anche la possibilità di revoca della nazionalità per i naturalizzati da meno di dieci anni e che siano condannati a pene detentive effettive pari o superiori a cinque anni per reati gravi.
Per quanto riguarda l’attribuzione della nazionalità originaria ai discendenti di stranieri residenti in Portogallo, è richiesta la residenza legale per un periodo di tre anni.
Il progetto di legge del Chega, anch’esso passato alla specialità, propone “la revoca della nazionalità acquisita per naturalizzazione o quando si abbia doppia nazionalità, nei casi in cui l’individuo compia atti che attentino gravemente alla sovranità, alla sicurezza nazionale o ai principi essenziali dello Stato di diritto”.
Nella legge sugli stranieri, il Governo intende restringere il visto per la ricerca di lavoro “ad attività altamente qualificate”, limitare l’accesso al ricongiungimento familiare e modificare le condizioni per la concessione del permesso di soggiorno ai cittadini degli Stati membri della Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (CPLP).