A Braga, a margine di un seminario sulla umanizzazione delle cure sanitarie, la ministra ha aggiunto che l’utente “è stata esattamente indirizzata dove doveva essere”.
“Non c’è stata alcuna deficienza né nell’assistenza, né nella classificazione, né nell’indirizzamento e nemmeno nell’arrivo al luogo, che era, di fatto, l’ospedale che aveva, in quel momento, le condizioni per cure perinatali differenziate, ossia neonatologia”, ha affermato.
Ana Paula Martins ha assicurato che la gravida “non è passata per diversi ospedali”, essendo stata indirizzata verso l’ospedale disponibile”.
“Le telefonate che la signora ha fatto sono state ricevute nel tempo raccomandato, l’orientamento del CODU è stato eseguito, la signora è stata accompagnata, non solo da un’ambulanza ospedaliera, ma anche da una VMER, che è un’ambulanza specializzata con medico”, ha aggiunto.
Ha sottolineato che “nessuno degli ospedali della Penisola di Setúbal poteva occuparsi” del caso, motivo per cui l’utente è stata indirizzata a un altro ospedale.
Ha aggiunto che quella madre “non aveva referenze” per alcun ospedale della Penisola di Setúbal.
“Indipendentemente da tutto, doveva andare in un ospedale più specializzato. E questi ospedali specializzati di cui stiamo parlando, precisamente, erano la Maternità Alfredo da Costa, o Santa Maria o l’Ospedale di Cascais. E, quindi, la signora è stata esattamente indirizzata dove doveva essere”, ha concluso.
La RTP ha riportato il caso di una gravida di 31 settimane che avrebbe chiamato la linea Salute 24, senza successo, finendo per chiamare il 112, e sono stati attivati i pompieri di Barreiro.
Secondo la notizia, la gravida è stata poi trasportata a Cascais perché le urgenze dell’Ospedale S. Bernardo, a Setúbal, che avrebbero dovuto essere aperte, hanno chiuso per sovraccarico, una situazione già negata dal ministero.
