Identificate “gravi fallimenti” nell’operazione della PSP al Martim Moniz.

Identificate "gravi fallimenti" nell'operazione della PSP al Martim Moniz.
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A seguito di una denuncia ricevuta, il Difensore Civico ha analizzato l’operazione di polizia avvenuta in Rua do Benformoso, in cui decine di persone sono state costrette a stare contro il muro con le mani alzate per essere perquisite da agenti della PSP. Per questa entità, “sono state rilevate gravi carenze nella pianificazione dell’operazione riguardo alla ‘previsione della necessità di effettuare perquisizioni personali e la loro giustificazione'”.

 

Secondo la comunicazione inviata dal Vice Difensore Civico al direttore nazionale della PSP, è stato raccomandato che, in azioni future, la PSP giustifichi – nella pianificazione o durante le operazioni – la necessità di ricorrere a perquisizioni personali.

In un primo punto, il Difensore Civico riconosce che l’operazione di polizia ha rispettato i requisiti della Legge sulle Armi, poiché è stata effettuata la relativa comunicazione al Pubblico Ministero, è stata delimitata un’area geografica e una finestra temporale.

Tuttavia, “nessuna previsione è stata specificamente fatta da questa forza di sicurezza riguardo alle perquisizioni personali”, il che costituisce una “grave carenza, perché sminuisce le garanzie adeguate contro l’arbitrarietà e l’abuso di potere”.

Le perquisizioni devono, secondo questa entità, essere effettuate in luoghi adeguati e riservati, ogni volta che è possibile, poiché è “dovere degli elementi di polizia che le eseguono garantire il pudore e la dignità personale delle persone coinvolte”. In Rua do Benformoso, “non solo le perquisizioni sono state effettuate in strada, con le persone allineate contro il muro e con le braccia alzate, per un periodo che non è stato possibile determinare […] ma è stata chiamata anche la stampa dalla PSP”, avverte il Difensore Civico.

Oltre alla mancanza di giustificazione, il Difensore Civico osserva anche che non è stato possibile sapere se le persone coinvolte sono state informate dagli agenti della PSP sul motivo per cui venivano identificate e perquisite. “Non esiste alcun elemento nella documentazione che ci è stata trasmessa”, si legge nel documento.

Per questi motivi, questo organismo ha concluso che l’operazione di polizia non ha avuto, riguardo alla preparazione e alle perquisizioni effettuate, “alcuna considerazione preliminare sulla conformità legale delle stesse” e che, poiché non è a conoscenza dei motivi per cui sono state effettuate perquisizioni personali, non ha le condizioni per affermare che le stesse fossero giustificate.

Per operazioni future, il Difensore Civico suggerisce che la PSP effettui una valutazione preliminare dell’impatto, “con particolare attenzione al punto di vista dei diritti umani” e sottolinea che le norme relative a questo tipo di azioni vietano la realizzazione di “procedure di perquisizione basate su criteri discriminatori”.

Il 19 dicembre 2024, sono state perquisite dalla PSP 66 persone – nazionali e straniere – in Rua do Benformoso, nella zona di Martim Moniz, a Lisbona, dove vivono e lavorano molti immigrati.

All’epoca, il primo ministro ha considerato che fosse “molto importante” per creare “visibilità e vicinanza” nel pattugliamento e per aumentare la sensazione di tranquillità dei cittadini portoghesi.

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