Condannato a 20 anni dopo aver “deciso di uccidere” la zia che si era rifiutata di dargli dei soldi.

Condannato a 20 anni dopo aver "deciso di uccidere" la zia che si era rifiutata di dargli dei soldi.
Table of contents

L’imputato, che è stato assolto dall’accusa di tentato furto qualificato, è stato condannato a 20 anni di carcere per omicidio qualificato e a tre anni di carcere per furto qualificato, risultando in una pena complessiva di 21 anni di reclusione.

 

Durante la lettura del verdetto, la giudice presidente ha sottolineato che “non c’era da aspettarsi altro alla luce delle prove acquisite”, spiegando che la perizia psichiatrica forense “ha escluso qualsiasi ombra di non imputabilità”.

“Il rapporto è categorico nell’escludere qualsiasi patologia psichiatrica dell’imputato”, ha affermato la magistrata, sottolineando che, “al momento dei fatti, l’imputato manteneva la capacità di valutare l’illegalità della sua condotta”.

Secondo i fatti provati, l’imputato, di 27 anni, tra il 22 e il 23 agosto, si è recato a casa della zia con il pretesto di chiedere denaro per acquistare stupefacenti, a cui la vittima, di 73 anni, non ha acconsentito.

In seguito, l’imputato ha finito per ucciderla.

L’accusa ha evidenziato che l’uomo, sapendo che la zia viveva da sola, aveva difficoltà di movimento e conservava articoli di gioielleria e denaro proveniente dall’affitto di vari appartamenti, ha deciso di andare a casa sua per chiederle denaro in prestito.

Di fronte al rifiuto, l’imputato le ha inflitto diversi pugni in faccia, facendola cadere a terra e perdere conoscenza, secondo l’atto d’accusa del Pubblico Ministero (PM).

Affinché la zia non lo denunciasse alle autorità, “ha deciso di ucciderla”, procurandosi del nastro adesivo e una giacca di lana, che ha usato per impedirle di respirare, “uccidendola per costrizione delle vie respiratorie, con conseguente asfissia”.

Dopo il crimine, il giovane ha perquisito tutta la casa in cerca di denaro, che non ha trovato, e ha lasciato l’abitazione portando con sé la chiave della porta per ritornare più tardi, cosa avvenuta “almeno tre volte” tra il 23 e il 26 agosto, secondo l’accusa.

In tali occasioni, senza il consenso della zia e dei suoi eredi, “ha sottratto e portato con sé” bottiglie di alcolici e altri articoli, come orecchini e anelli di bigiotteria, per un valore stimato di 378 euro.

Nella casa della vittima, ha lasciato mozziconi di sigaretta che aveva fumato e alcuni suoi oggetti personali.

Poiché la zia non era più vista da alcuni giorni, su richiesta dei familiari, i vigili del fuoco locali sono stati chiamati il 25 agosto per aprire la porta dell’abitazione, mediante irruzione, trovando la donna morta, con segni di violenza.

L’indagine della Polizia Giudiziaria ha portato al nipote, che aveva a casa e nella propria auto gli articoli sottratti dalla casa della vittima.

Table of contents
Another post from my Blog