Secondo la dirigente, la petizione sarà lanciata entro la fine di luglio affinché, dopo aver raccolto le firme sufficienti, venga discussa in Assemblea della Repubblica.
La Fnam si è riunita oggi, a Porto, il Consiglio Nazionale e ha discusso la penosità della professione.
“Il Servizio Sanitario Nazionale non è una fabbrica e i medici non sono pezzi di produttività”, ha dichiarato Joana Bordalo e Sá, sostenendo che il contratto collettivo di lavoro, da negoziare con il ministero, dovrebbe includere “nuove clausole”, come le 35 ore settimanali di lavoro.
La Fnam non rinuncia all’inclusione dei medici interni nella carriera, al recupero dei giorni di ferie e a “salari giusti”.
Il 1° luglio, la Fnam ha raggiunto un consenso per riprendere la negoziazione del contratto collettivo di lavoro con il Ministero della Salute, dopo aver interrotto il dialogo, programmando una riunione per la fine del mese.
La struttura sindacale ha chiesto l’intervento della Direzione Generale dell’Occupazione e delle Relazioni di Lavoro per riprendere la negoziazione del contratto collettivo di lavoro con il Ministero della Salute, dopo che entrambe le parti si erano riunite il 10 marzo.
All’epoca, il ministero ha negato di essere in trattative con la Fnam, sostenendo che ciò che era in corso era un processo di conciliazione con le unità sanitarie locali sulla regolamentazione collettiva di lavoro.
Il Governo ha firmato un accordo di rivalutazione salariale e delle carriere mediche il 30 dicembre 2024, ma solo con il Sindacato Indipendente dei Medici.
La Federazione Nazionale dei Medici ha attivato i “meccanismi legali disponibili” per garantire l’adempimento della negoziazione collettiva, sostenendo che il rifiuto della ministra della Salute, Ana Paula Martins, di negoziare con la struttura costituisse “una grave violazione della legge”.
