Secondo i dati forniti alla Lusa dalla Procuradoria Geral della Repubblica (PGR), lo scorso anno l’organo di gestione dei magistrati del Ministero Pubblico ha autorizzato 124 accumulazioni: 87 prima del movimento giudiziario del 2024, a settembre, e 37 dopo.
Di queste ultime, 13 sono state prorogate nel 2025, anno in cui finora sono state validate 27 nuove accumulazioni.
Secondo lo Statuto dei Magistrati del Ministero Pubblico, i procuratori possono accumulare funzioni in aree o servizi distinti, in via eccezionale e con la possibilità di beneficiare di un aumento temporaneo dello stipendio.
Contattato dalla Lusa, il Ministero della Giustizia ha rivelato che, “sin dall’esistenza del regime di accumulazioni (2020) e fino a oggi”, la tutela “ha già pagato”, attraverso la Direzione Generale dell’Amministrazione della Giustizia (DGAJ), “due milioni di euro per lavoro in accumulazione di servizio” dei procuratori – un importo che potrebbe ancora aumentare.
“Questo valore non riflette integralmente gli importi dovuti perché, ad esempio, in caso di divergenza sulla percentuale del valore da pagare per lavoro in accumulazione (e che è deciso dal CSMP) il magistrato può reclamare – vi è, quindi, lavoro in accumulazione già effettuato, ma ancora non pagato perché il Ministero della Giustizia non ha ancora ricevuto richiesta di pagamento”, ha aggiunto.
I dati disaggregati per anno mostrano che, fino a ora, sono state le accumulazioni del 2022 quelle che hanno originato un maggior volume complessivo di pagamenti: 734.810,62 euro.
Seguono il 2021, con 545.763,13 euro; il 2023, con 375.978,06; il 2020, con 290.207,50; e il 2024, con 29.443,94.
“Delle accumulazioni realizzate nel 2025 ancora nulla è giunto alla DGAJ per il pagamento”, ha concluso la tutela.
Il 7 giugno, il Sindacato dei Magistrati del Ministero Pubblico (SMMP) ha considerato che l’attuale movimento di magistrati, la cui annullamento richiede, trasforma “accumulazioni di servizio retribuito in accumulazioni forzate, senza alcuna compensazione” creando posti che accumulano le aree civile, penale e di famiglia.
Interrogata dalla Lusa se ciò rappresentasse anche un modo per risparmiare denaro, la PGR ha ribadito che il movimento “è stato elaborato in un contesto di riconosciuta e nota carenza di risorse umane”, avendo il principio che ha presieduto alle modifiche “esclusivamente quello di permettere un giusto equilibrio tra il lavoro a carico di ciascun magistrato”.
Lo SMMP ha convocato per il 9 e 10 luglio uno sciopero nazionale, seguito da scioperi regionali l’11, 14 e 15 successivi, contro l’attuale movimento di magistrati del MP, che ritiene essere l'”ultimo chiodo” nella specializzazione dei procuratori.