Secondo il presidente del Consiglio delle Comunità Portoghesi, Flávio Martins, la partecipazione civica delle comunità “deve essere rivista”, affinché il processo elettorale non “perda la sua sicurezza, ma sia diversificato”, cioè, “che possano esistere varie modalità di voto”, come il miglioramento del voto per corrispondenza, ma anche il voto di persona e che si proceda a un test pilota del voto elettronico.
Il 24 marzo, il Consiglio Regionale delle Comunità Portoghesi in Europa ha considerato che sarebbe possibile il voto elettronico a distanza nelle prossime elezioni presidenziali, nel 2026, sostenendo la creazione di un gruppo di lavoro nell’Assemblea della Repubblica per sviluppare questo strumento.
Interpellato su questa possibilità – anche perché il Consiglio Permanente si riunirà, separatamente, con i candidati alla presidenza della Repubblica portoghese António José Seguro, Henrique Gouveia e Melo e Luís Marques Mendes -, ha detto di non credere che ciò possa essere una realtà.
“Credo che per questa elezione di gennaio [del 2026] sarà mantenuta l’unica forma, che è quella di persona. Penso che non ci sia interesse [dell’Assemblea della Repubblica] né tempo per fare modifiche [alla legge elettorale]”, ha lamentato il consigliere delle comunità portoghesi eletto dal Brasile.
Tra i principali assi di preoccupazione vi è anche la richiesta di miglioramento della rete consolare, il cui funzionamento è stato oggetto di numerose lamentele, ha indicato.
“Il secondo asse riguarda il movimento associativo nelle comunità, perché riteniamo che sia un punto aggregatore”, ha proseguito.
Secondo il rappresentante delle comunità portoghesi, in questa questione non è soltanto palese l’associazionismo “sociale o culturale”, ma anche quello imprenditoriale e industriale, legato in particolare alle camere di commercio portoghesi all’estero.
Per il consigliere, le persone legate a questi settori d’affari “sono anche punti di collegamento tra le aziende all’estero e le aziende portoghesi. Cioè, servono sia affinché queste aziende all’estero possano inviare o offrire i loro prodotti o servizi al Portogallo, come anche le aziende con sede in Portogallo possano stabilire affari con questi paesi o con queste altre comunità”.
Il terzo punto da discutere sarà l’insegnamento del portoghese all’estero, che è qualcosa che “ha bisogno di essere visto e seguito con molta cura, molto interesse, collaborando con questioni come la cultura e lo stesso legame affettivo con il Portogallo, specialmente dei luso-discendenti”.
Flávio Martins ha ricordato che è stata approvata, per il bilancio di quest’anno, l’esenzione dal pagamento delle tasse scolastiche all’estero per l’insegnamento della lingua portoghese.
“Quello che vogliamo è proprio questo, fare in modo che l’attuale numero di studenti che imparano il portoghese all’estero, che è molto inferiore a quello che c’era diversi anni fa, possa tornare ad aumentare”, ha dichiarato, aggiungendo che quell’insegnamento si è rivolto più al Portoghese come Lingua Straniera.
“Noi crediamo, diversamente da quanto hanno inteso gli ultimi governi, e non l’attuale, che ci sia sempre una preferenza per il portoghese rivolto più come lingua straniera all’estero, ma per noi è necessario anche il portoghese come lingua madre, affinché i luso-discendenti non solo imparino il portoghese, ma stabiliscano con il Portogallo un qualche legame culturale, storico, affettivo”, ha dichiarato.
Sarà anche presentato il rapporto annuale delle attività del consiglio, che sarà “consegnato alle varie autorità”, ha sottolineato.
Il rappresentante ha evidenziato che si riuniranno con altri consigli della diaspora – quello madeirense e quello azzoriano – e che intendono stabilire “un protocollo di cooperazione”.
Il Consiglio Permanente si riunirà da lunedì a mercoledì nella Sala dei Monaci dell’Assemblea della Repubblica.