Custodia cautelare per 2 sospetti di frode nell’acquisto di sistemi informatici

Custodia cautelare per 2 sospetti di frode nell'acquisto di sistemi informatici
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Altri tre imputati sono stati sospesi dall’esercizio delle loro funzioni e proibiti di contattarsi tra loro, mentre un altro è stato rilasciato dopo aver pagato una cauzione, ha dichiarato la fonte.

 

Gli imputati sono stati arrestati mercoledì dalla Polizia Giudiziaria (PJ) e, lo stesso giorno, sono comparsi davanti al Tribunale di Istruzione Criminale (TIC) di Porto, ma nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Dei sei arrestati, quattro sono dipendenti di un’azienda tecnologica di Maia, uno è dipendente di un concessionario e uno è un funzionario pubblico.

Gli imputati sono accusati di crimini di frode nell’ottenere sussidi, corruzione attiva e passiva, corruzione attiva e passiva nel settore privato, partecipazione economica in affari, ricezione illecita di benefici, falsificazione di documenti e abuso di potere.

Secondo la PJ, gli imputati sono sospettati di aver fatto parte di un “sistema criminoso, di carattere organizzato e sistemico, per ottenere illegalmente informazioni privilegiate in procedure di appalto pubblico e privato, tramite l’offerta di benefici patrimoniali e non patrimoniali a funzionari delle entità contraenti”, sovvertendo le regole del mercato e la buona amministrazione dei fondi.

“Nel sistema parteciperebbero anche i produttori/importatori dei prodotti e delle soluzioni informatiche, con un peso significativo sul mercato, potenziando i margini di profitto in tutta la catena di fornitura”, aggiunge la forza di polizia.

In questione ci sono aggiudicazioni per almeno 20 milioni di euro, con un sequestro di 4,6 milioni effettuato dall’Ufficio di Recupero dei Beni – Nord della PJ, per garantire la copertura dei danni stimati.

In una nota, la Procura Europea precisa che l’indagine è collegata a “progetti destinati all’acquisizione di sistemi informatici da parte di un’università e licei pubblici, in progetti finanziati dal PRR”.

Il processo è stato avviato dopo la segnalazione alle autorità di “gravi irregolarità nelle procedure di acquisto pubblico di materiale informatico e di sicurezza informatica, da parte di un’istituzione di istruzione superiore pubblica del Nord, nell’ambito di progetti finanziati dal PRR”, riferisce la PJ.

La forza di polizia non specifica quale sia l’istituzione in questione, ma, in un comunicato inviato a Lusa, l’Università di Porto ha confermato di essere stata oggetto di perquisizioni in un processo di cartellizzazione per l’acquisizione di materiale informatico, di cui “sarebbe stata vittima”.

Secondo la Procura Europea, i contratti sospetti hanno come aggiudicatari “un gruppo aziendale nazionale, e aziende correlate, che si occupa dell’importazione, esportazione, promozione e commercializzazione di ‘hardware’ [pezzi] e ‘software’ [programmi] informatici”.

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