Donna condannata dopo essere fuggita dal paese con la figlia minore (e averla messa contro il padre)

Donna condannata dopo essere fuggita dal paese con la figlia minore (e averla messa contro il padre)
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In una nota pubblicata sulla loro pagina, la Procura Generale Regionale di Porto riferisce che l’imputata è stata condannata per un reato di violenza domestica aggravata e un reato di sottrazione di minore.

Il tribunale ha accertato che l’imputata si era separata dal padre della giovane quando questa non aveva nemmeno un anno di età, avviando un processo di regolamentazione dell’esercizio delle responsabilità genitoriali, che affidò la bambina alla sua custodia e cura.

La decisione consentiva al padre di visitare la figlia quando ritenesse opportuno, previa comunicazione, portandola con sé nei fine settimana alterni e trascorrendo con lei quattro settimane di vacanze all’anno, in due periodi di 15 giorni.

Tuttavia, a partire da maggio 2005, l’imputata “ha formulato l’intento di rendere impossibili i contatti della bambina con il padre e con gli altri membri della famiglia paterna, affinché questi non si sviluppassero e cominciassero anche a rompersi”.

A tal fine, “ha orientato la bambina contro il padre e la sua famiglia, ha ripetutamente violato il regime di visite con il padre, ha avanzato false accuse processuali di abuso sessuale verso il padre, ha indotto e spinto, in questo contesto, i racconti della bambina affinché si conformassero a tale falsa narrativa, impedendo il regime di visite, la frequenza scolastica della bambina e il supporto psicologico che le veniva fornito in base ai disturbi che già manifestava”.

Successivamente, reagendo alla decisione del tribunale, che con sentenza del 17 febbraio 2011 aveva stabilito la modifica della regolamentazione dell’esercizio delle responsabilità genitoriali, affidando la bambina alla custodia e cura del padre, l’accusata, in una data non precisamente determinata, compresa tra la fine di febbraio e la metà di marzo 2011, fuggì dal paese, portando con sé la bambina.

In questo modo, il padre perse le tracce della figlia.

Il tribunale ha inoltre condannato l’imputata a pagare 25.000 euro al padre della minore.

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