Il sospettato dell’omicidio di Mónica Silva, Fernando Valente, è stato assolto, questo lunedì, da tutti i reati di cui era accusato, dopo la lettura della sentenza al Tribunale di Aveiro.
“Una vergogna”, si sentiva dire all’uscita della lettura della sentenza, dai familiari di Mónica Silva.
Il tribunale ha ritenuto provato soltanto che l’imputato si fosse coinvolto sessualmente con la vittima almeno una volta e che Fernando Valente avesse acquisito una carta prepagata inserita in un vecchio telefono cellulare per evitare la localizzazione, utilizzandola per fissare un incontro con la vittima il 3 ottobre 2023.
È risultato inoltre provato che in quel giorno il cellulare di Mónica attivò un’antenna che copriva l’appartamento dell’accusato nella Torreira, dove l’accusa sostiene che il crimine abbia avuto luogo, e si è confermato che nei giorni successivi l’imputato e il padre procedettero a una pulizia approfondita dell’appartamento.
Fernando Valente, che aveva avuto una relazione amorosa con la vittima dalla quale sarebbe derivata una gravidanza, era accusato dei reati di omicidio qualificato, aborto, profanazione di cadavere, accesso illegittimo e acquisizione di moneta falsa da mettere in circolazione.
Il processo, svolto con tribunale di giuria (composto da tre giudici di carriera e otto giurati), si è tenuto a porte chiuse per decisione del giudice titolare del processo, per proteggere la dignità personale della vittima di fronte agli altri soggetti coinvolti, in particolare i suoi figli.
Durante il processo, l’imputato ha negato le accuse, riaffermando la propria innocenza nell’ultima sessione, dopo le argomentazioni finali.
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