Secondo i documenti di accusa e di rinvio a giudizio visionati dall’agenzia Lusa, ai nove uomini, di età compresa tra i 26 e i 63 anni, è attribuita la presunta pratica in concorso dei reati di traffico e altre attività illecite aggravate e un crimine di associazione criminale.
Due imputati rispondono anche per un reato di detenzione di armi e munizioni proibite, mentre un altro anche per falsificazione di documento autentico. La società, di Torres Vedras (Lisbona), sarà giudicata per il reato di traffico aggravato di stupefacenti.
Nel decreto d’accusa si legge che, almeno dal febbraio 2024, gli imputati hanno deciso di formare un gruppo, guidato da due di loro, per dedicarsi all’acquisto e all’introduzione di cocaina in Portogallo.
La cocaina sarebbe stata trasportata per via marittima in container provenienti dall’America del Sud e, successivamente, per via terrestre, verso altri paesi dell’Europa, che “l’acquisterebbero, direttamente o tramite intermediari, da individui di identità e a prezzo non precisamente accertati”, per ottenere “enormi vantaggi economici”, secondo il decreto del Ministero Pubblico (MP).
A questo gruppo hanno aderito altri sette imputati, essendo l’attività “eseguita da tutti, in comunione di sforzi, divisione di compiti e secondo le indicazioni date” dai leader del gruppo.
L’MP riferisce che il gruppo ha deciso di acquistare cocaina proveniente dall’Ecuador “confezionata e mescolata in pallet contenenti scatole di pesce congelato (calamari congelati)”, destinata al magazzino di un’impresa di Óbidos (Leiria).
Dopo l’ingresso della droga in Portogallo tramite il Porto di Lisbona e il suo arrivo al magazzino di Óbidos mescolata in pallet contenenti scatole di calamari congelati, almeno sette dei sospettati si occupavano della sua rimozione, così come della sua successiva distribuzione nel paese e in Europa, “più precisamente nei Paesi Bassi e con collegamenti alla Turchia”.
Uno dei leader del gruppo ha avuto conversazioni con un uomo dell’Ecuador (che giunse a viaggiare in Portogallo per discutere presumibilmente questioni legate all’esportazione/importazione della droga) in cui parlavano di stoccaggio di libri, il codice per la cocaina, sostiene l’MP.
Questo leader del gruppo si è recato in Ecuador, “per verificare [l’]integrità del prodotto stupefacente”, il che “sarebbe stata una prova di vita che avrebbe dato all’organizzazione criminale che avrebbe acquistato la droga”.
Nel frattempo, la società di Torres Vedras “ha ramificato il suo CAE [Codice di Attività Economica] per la commercializzazione di carne e pesce”, per “consentire l’importazione di cocaina nascosta in calamari congelati”, afferma l’MP.
Il gruppo è stato smantellato a febbraio 2024, quando alcuni membri sono stati fermati dalla Polizia Giudiziaria nel magazzino.
Dopo l’esame peritale sulla cocaina sequestrata, è stato constatato che il peso netto era di circa 1.144 chilogrammi, essendo il valore di questa cocaina intorno ai 34,5 milioni di euro, “senza contare possibili tagli del prodotto, il che, in questo caso, ne raddoppierebbe o triplicherebbe il valore”, riferisce l’MP.
In questo processo, l’accusa mirava a 12 imputati (nove uomini, due donne e la società), avendo il giudice dell’istruzione penale di Leiria deciso di non portare a giudizio le due donne, poiché i fatti imputati dal MP non erano sufficientemente indiziati.
“Nessuna relazione di queste imputate è effettuata rispetto a quanto descritto nell’accusa relativamente all’importazione, trasporto e detenzione della cocaina, supponendo che siano state accusate solo perché sono anche socie della società accusata, anche se l’accusa è chiara nel dire che chi ha rappresentato l’azienda nei fatti oggetto del processo sono” due coimputati, padre e figlio, si legge nel decreto del giudice.
Dei 10 imputati che saranno giudicati, sette sono in custodia cautelare.
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