Da quando ha iniziato a deporre nel processo dell’Operazione Marquês, José Sócrates ha insistito sul fatto di non avere il numero di telefono di Ricardo Salgado, di non avere alcun rapporto di amicizia con l’ex banchiere e di non essersi mai scambiati visite nelle rispettive abitazioni.
Dopo che nella sessione del giorno precedente erano state ascoltate intercettazioni di conversazioni tra Sócrates e Salgado – in cui si sentivano vari inviti a pranzo o cena, che l’ex governante ha negato fossero avvenuti, in particolare la cena a casa dell’ex presidente di Banco Espírito Santo (BES) – oggi il procuratore Rui Real ha cercato di dimostrare che quella cena è avvenuta, riproducendo due intercettazioni al suo ex autista, João Perna, anche lui imputato.
Nella prima, João Perna si lamenta di una lunga giornata di servizio che si sarebbe conclusa dopo la mezzanotte, quando Sócrates sarebbe uscito da casa dell’ex banchiere, e in una seconda, il giorno successivo, in cui l’ex autista ribadisce la lunga giornata della vigilia, affermando di aver “preso una lavata di capo” nell’attesa di Sócrates fino a quell’ora.
“Questa indagine di polizia mi sembra molto interessante, ma vi deluderò, sono stato fino alle 22:00 e sono andato in un’altra casa a Estoril, non voglio dire quale”, ha detto Sócrates, accusando il procuratore del MP di voler “fare un vaudeville” con le intercettazioni.
Sócrates ha ribadito di essere andato a casa di Ricardo Salgado solo per consegnargli un libro e di essere rimasto circa mezz’ora.
Ancora sulle relazioni con Ricardo Salgado, il MP è tornato sulla questione se Sócrates avesse o meno il numero di telefono dell’ex banchiere e se avesse o meno una relazione di vicinanza con lui, riproducendo un’intercettazione telefonica dell’ex primo ministro con l’ex amministratore di BES Internacional e cugino di Salgado, José Maria Ricciardi, nella quale si riferisce a Salgado solo con il nome di battesimo, Ricardo, e di cui dice di essere “molto amico”.
Sono state ascoltate anche intercettazioni con la segretaria dell’ex primo ministro, nella quale Sócrates chiede di contattare Salgado, con la sua segretaria che ha indicato un numero speciale per uso esclusivo dell’ex governante.
Secondo quanto spiegato da Sócrates in tribunale, l’intercettazione prova che non aveva il numero di telefono di Ricardo Salgado, né tantomeno nella sua agenda, avendo avuto la necessità di richiederlo nuovamente alla sua segretaria quando ha cambiato telefono.
Ha inoltre spiegato che il riferimento a un numero specifico da usare direttamente nei contatti con Salgado significava solo che era un numero riservato, che non doveva essere condiviso con terzi e che non si trattava di alcuna linea diretta con l’ex banchiere.
La sessione pomeridiana è stata segnata anche da lamentele delle difese per accedere integralmente al processo tramite la piattaforma informatica Citius.
Sócrates, che ha cercato di contribuire con suggerimenti per risolvere lo stallo informatico, ha infine commentato: “Ho cercato di contribuire a un’accelerazione processuale… Questo [della creazione e utilizzo di Citius] è iniziato ai miei tempi, deve essere stata colpa di Sócrates”.
Undici anni dopo l’arresto di José Sócrates all’aeroporto di Lisbona, giovedì scorso è iniziato il processo dell’Operazione Marquês, che porta in tribunale l’ex primo ministro e altri 20 imputati e conta oltre 650 testimoni.
Sono in gioco 117 reati, tra cui corruzione, riciclaggio di denaro e frode fiscale, per i quali saranno giudicati i 21 imputati in questo processo. Per ora, sono previste 53 sessioni che si estenderanno fino alla fine di quest’anno, dovendo in futuro essere fissate le successive e, durante questo processo, verranno ascoltati 225 testimoni chiamati dal Ministero Pubblico e circa 20 chiamati dalla difesa di ciascuno dei 21 imputati.
