Il recentemente nominato segretario di Stato, che si è riunito per la prima volta con il Consiglio Permanente del Consiglio delle Comunità Portoghesi (CPCCP) presso l’Assemblea della Repubblica, ha assicurato che, a suo parere, fino alle elezioni presidenziali di gennaio non ci sarà tempo per una modifica della legge né per l’implementazione di test pilota.
Esistono “materie che saranno molto prioritarie nei prossimi tempi per l’Assemblea della Repubblica”, ha detto, come l’approvazione del Bilancio dello Stato, ma ha sottolineato che, quando questa misura sarà approvata – poiché richiede una modifica della legge elettorale – “sarà ben accolta”.
“È una materia di competenza esclusiva dell’Assemblea della Repubblica”, ha ribadito il segretario di Stato.
Il membro del Governo ha indicato che il consiglio gli ha trasmesso preoccupazione per un possibile secondo turno delle elezioni presidenziali, previste per gennaio 2026.
In questo modo, dovrà essere garantita alla diaspora celerità nella consegna delle seconde schede elettorali, una preoccupazione che Emídio Sousa ha riconosciuto e che ha detto che porterà al Ministero dell’Interno.
Durante la riunione del CPCCP, il presidente Flávio Martins ha reiterato che questo organismo sostiene migliori condizioni di voto per gli elettori portoghesi registrati fuori dal paese, il che include l’attuabilità del voto elettorale, a lungo richiesta dalla diaspora.
Per Flávio Martins, la partecipazione civica delle comunità “deve essere rivista”, affinché il processo elettorale non “perda la sua sicurezza, ma sia diversificato”, ovvero “che possano esistere varie modalità di voto”, come il miglioramento del voto per corrispondenza, ma anche quello in presenza e che si avanzi verso un test pilota del voto elettronico.
Tuttavia, in un’intervista a Lusa, Flávio Martins aveva già affermato che non riteneva che questa fosse una possibilità per le prossime elezioni presidenziali.
Riguardo alla riunione avuta con il CPCCP, Emídio Sousa ha dichiarato ai giornalisti che è stata molto importante perché, oltre ad essere stato il primo incontro con i consiglieri nella diaspora, ha rilevato le preoccupazioni e le rivendicazioni che questi portano.
“Soprattutto, questa conoscenza che ho avuto di loro voglio trasformarla in un concetto molto più ambizioso, più che comunità. Voglio parlare di un’unica comunità [portoghese] nel mondo”.
Riguardo alle critiche fatte dai consiglieri ai governi che prendono decisioni senza consultarli, il segretario di Stato ha espresso che intende dare piena apertura al consiglio per esprimersi.
“Sono un membro del Governo con una responsabilità nelle comunità portoghesi, è una segreteria di Stato importantissima”, ha sottolineato.
“Quindi, la prima audizione e forse la più importante di tutte è questa, è questo legame permanente con le comunità e quella che riguarda gli impegni, direi anche la legalità, perché prevede l’audizione delle comunità portoghesi sui temi che le riguardano ed è del tutto sensato”, ha indicato.