In un comunicato, il sindacato giustifica la misura con la “possibile utilizzazione abusiva o sovversiva” dei dispositivi “in determinati contesti della relazione pedagogica, degli apprendimenti e delle valutazioni”.
La posizione è espressa un giorno dopo che il Governo ha approvato il divieto dell’uso dei telefoni cellulari nelle scuole fino al 6º anno di scolarità, una misura che entrerà in vigore nel prossimo anno scolastico, con inizio a settembre.
Il Spliu desidera che l’interdizione sia estesa dal 7º fino al 12º anno di scolarità, lasciando comunque la possibilità ai docenti di autorizzare l’uso dei telefoni cellulari “in particolare per la realizzazione di ricerche o altre attività che contribuiscono al consolidamento degli apprendimenti, ma senza eccezione alcuna in riferimento alla realizzazione di prove di valutazione diagnostica, formativa e sommativa”.
Nel comunicato, il sindacato suggerisce all’autorità “l’installazione di armadietti adattati a tale scopo nelle aule, che permettano il deposito degli ‘smartphone’ (spenti o in modalità silenziosa) da parte degli studenti, al momento del loro ingresso in aula, con il processo inverso (raccolta dei dispositivi), al termine dell’attività didattica”.
Giovedì, il Governo ha approvato il decreto-legge che “regola l’utilizzo, nello spazio scolastico, di dispositivi o apparecchi elettronici con accesso a Internet, come gli ‘smartphone’, proibendo il loro uso agli studenti del 1º e del 2º ciclo della scuola elementare, a partire dal prossimo anno scolastico”.
Secondo il Governo, “l’adozione di misure di divieto o di restrizione tiene conto dei risultati dello studio del Centro di Pianificazione e di Valutazione delle Politiche Pubbliche in merito alle raccomandazioni emesse dal Ministero dell’Istruzione, Scienza e Innovazione, a settembre 2024, relative all’uso degli ‘smartphone’ nei recinti scolastici”.
In base alle conclusioni dello studio del Centro di Pianificazione e di Valutazione delle Politiche Pubbliche, divulgato giovedì, più della metà delle scuole che hanno vietato l’uso degli ‘smartphone’ hanno riportato una diminuzione del ‘bullismo’ (violenza scolastica) e dell’indisciplina dal 2º ciclo alle superiori, e nella stragrande maggioranza gli studenti hanno iniziato a socializzare di più durante le pause, a praticare attività fisica e a usare gli spazi di gioco nel cortile.
L’anno scorso, il Ministero dell’Istruzione, Scienza e Innovazione ha raccomandato il divieto degli ‘smartphone’ dal 1º al 6º anno di scolarità, ossia fino ai 12 anni, e l’uso limitato nel 3º ciclo.
Secondo lo studio, solo il 21,3% delle scuole del 1º ciclo non ha adottato la raccomandazione e il 59,1% delle scuole del 2º ciclo non lo ha fatto.
Nel 3º ciclo, il 24,9% ha vietato l’uso di questi dispositivi, misura adottata solo dal 7,6% delle scuole secondarie.
I maggiori impatti nella riduzione del ‘bullismo’ e dell’indisciplina sono stati riportati dalle scuole che hanno scelto il divieto, soprattutto nel 2º ciclo (59% e 53,6%, rispettivamente), nel 3º ciclo (57,8% e 57,4%) e nelle superiori (55,6% e 59,5%).
I direttori delle scuole hanno condiviso difficoltà nella vigilanza e nell’applicazione delle norme, soprattutto nelle scuole in cui coesistono diversi livelli di istruzione, e hanno sostenuto che tale applicazione dovrebbe essere effettuata in modo graduale e con un periodo di sensibilizzazione.