Nel mese di maggio scorso, i genitori del Centro di Supporto all’Infanzia n. 1 di Rabo de Peixe, sull’isola di São Miguel, nelle Azzorre, si sono svegliati in un incubo. Quattro dipendenti dell’istituzione, appartenente alla Casa do Povo del villaggio azzorriano, sono state sorprese a maltrattare diversi bambini, di età compresa tra 1 e 3 anni.
Due mesi prima, in marzo, dopo aver ricevuto varie denunce da diverse famiglie, il responsabile della Casa do Povo, Carlos Estrela, aveva deciso di installare telecamere di videosorveglianza nel luogo, per capire se le segnalazioni avessero fondamento.
Tre giorni di riprese sono stati sufficienti per registrare con le telecamere nascoste immagini inquietanti. I video, ai quali il Notícias ao Minuto ha avuto accesso, sono violenti e possono turbare i lettori più sensibili.
Immediatamente, Carlos Estrela ha presentato denuncia alle autorità. Successivamente, nel corso del procedimento, ha convocato i genitori presso l’istituzione per informarli di quanto accaduto e mostrare loro le immagini.
In queste si vedono quattro educatrici dell’asilo trattare i bambini con violenza. Ci sono schiaffi sulle braccia e sulla fronte, urla e spinte. A un certo punto, una delle donne costringe persino un bambino a ingerire il proprio vomito, mentre un’altra, con il manico del cucchiaio, spinge il cibo nella gola di una bambina.
Come riportato dal Notícias ao Minuto, il caso è stato sottoposto al Ministero Pubblico (MP), che ha avviato un’indagine per chiarire cosa è realmente accaduto presso il Centro di Supporto all’Infanzia n. 1, una sezione della Casa do Povo.
Le dipendenti sono state sospese dall’istituzione, ma “il tribunale ha ordinato la reintegrazione delle imputate, sotto sorveglianza, fino a quando non ci sarà una decisione istruttoria”. Questo, nonostante la violenza delle immagini e l’obbligo imposto dallo stesso tribunale di frequentare corsi, promossi dalla Direzione Generale di Reinserimento e Servizi Penitenziari, dedicati agli aggressori.
Oltre ai genitori, che hanno già organizzato manifestazioni e avviato petizioni per chiedere le dimissioni delle sospettate, anche la direzione dell’istituzione a cui appartiene l’asilo si oppone a questa decisione. All’epoca in cui si è appreso che l’MP stava indagando sul caso, il Notícias ao Minuto ha parlato con la madre di un ex-alunno dell’istituto, che ha garantito che la violenza era già presente ma che veniva “insabbiata”.
“Le metteva nastro adesivo sulla bocca per non farlo piangere”
“Sono passati già 6 o 7 anni, il mio bambino piangeva tantissimo quando lo lasciavo la mattina all’asilo, appena vedeva la ‘M’ era come vedere il diavolo, ho assistito ad alcune situazioni, altre me le ha raccontate lui stesso dopo aver lasciato l’asilo e andare alla ‘materna’. Mi sono lamentata con i responsabili [dell’epoca], ma mi dissero che era impossibile e ora è questo… abbiamo questa notizia”, ha rivelato la madre di un ex-alunno.
Interrogata sulle aggressioni di cui il figlio sarebbe stato vittima, la stessa ha descritto uno scenario da incubo: “Le metteva nastro adesivo sulla bocca del mio bambino per non farlo piangere, quando stava imparando a usare il vasino, se bagnava il materasso lo portava dal caldo del letto all’acqua fredda e, spesso, lo lasciava solo a piangere sul fasciatoio”, ha garantito.

Maltrattamenti in asilo. “Mio figlio è stato tirato per i capelli per mangiare”
Il Ministero Pubblico sta investigando una denuncia della stessa istituzione contro quattro delle sue dipendenti. I genitori garantiscono che ci sono state lamentele per anni.
Natacha Nunes Costa | 14:41 – 30/05/2025
Come questa donna, che ha parlato con il Notícias ao Minuto in anonimato, sui social media sono molti i genitori di ex-alunni dell’asilo in questione, che confessano che i figli avevano dato alcuni segni sospetti, tuttavia, i responsabili hanno sempre “svalutato”. Fino ad ora, con l’attuale presidente della Santa Casa, che ha deciso, in modo “discreto”, di capire cosa stesse realmente accadendo tra le quattro mura dell’asilo dell’istituzione.
Il Notícias ao Minuto ha tentato durante il giorno di oggi di contattare questo responsabile, per capire come sta procedendo il processo e in quali funzioni sono state collocate le sospettate ma, fino a questo momento, Carlos Estrela non ha risposto a nessun contatto.
Il caso è, come confermato dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) al Notícias ao Minuto, coperto dal segreto istruttorio.