Manuali digitali o cartacei? Nel 2° ciclo, la scelta sarà delle scuole.

Manuali digitali o cartacei? Nel 2° ciclo, la scelta sarà delle scuole.
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Un anno fa, il Ministero dell’Istruzione, della Scienza e dell’Innovazione (MECI) ha deciso di mantenere il progetto pilota avviato nel 2020 per i manuali scolastici digitali, con lo stesso formato per il 2º e il 3º ciclo, sospendendo l’integrazione di nuove classi del 1º ciclo e delle scuole secondarie, precisando che la continuazione di quel formato sarebbe stata decisa in base alla valutazione dell’impatto sugli apprendimenti.

Concluso l’anno scolastico, uno studio della Direzione Generale di Statistica dell’Istruzione e della Scienza (DGEEC) ha concluso che non ci sono effetti significativi sui risultati degli studenti, pertanto il Governo manterrà la possibilità per le scuole di utilizzare i manuali in formato digitale.

“A partire dal 2º ciclo, le scuole potranno adottare i manuali digitali, ma con condizioni”, ha spiegato il segretario di Stato Aggiunto e dell’Istruzione, in conferenza stampa.

Nel prossimo anno scolastico, le scuole possono aderire ai manuali digitali “sulla base di una giustificazione di adeguatezza pedagogica”, attraverso un modulo di partecipazione che sarà lanciato dalla Direzione Generale dell’Istruzione (DGE), e saranno soggette a monitoraggio.

A partire dal 2026/2027, il Governo rafforzerà le condizioni di partecipazione, prevedendo un piano di formazione per insegnanti e studenti, il coinvolgimento dei genitori e, a partire dalla secondaria, degli studenti, la garanzia delle condizioni tecniche necessarie e, nel caso di candidatura alla continuità, le scuole saranno soggette a un parere positivo della DGE sulla base del monitoraggio degli anni precedenti.

Il 1º ciclo è escluso dalla misura in quanto si tratta di una “fase critica” nell’apprendimento della lettura e della scrittura, soprattutto nei primi anni di scolarizzazione, ha giustificato Alexandre Homem Cristo.

Nella stessa conferenza stampa, il Ministro dell’Istruzione, della Scienza e dell’Innovazione ha parlato anche della proibizione dell’uso degli ‘smartphone’ fino al 6º anno di scolarità, approvata la settimana scorsa in Consiglio dei Ministri.

Ricordando le conclusioni dello studio del Centro di Pianificazione e di Valutazione delle Politiche Pubbliche, che ha valutato l’implementazione delle raccomandazioni formulate a settembre e indica una relazione tra la proibizione dell’uso dei cellulari e la riduzione del ‘bullismo’ e l’aumento della socializzazione, Fernando Alexandre ha sostenuto che “quando questa prova esiste in maniera così chiara, lo Stato ha l’obbligo di regolamentare”.

Nei prossimi giorni, il MECI si incontrerà con i rappresentanti dei dirigenti scolastici per discutere dell’operatività della misura, per poi definire le linee guida per le scuole e concludere il processo legislativo per le nuove regole.

Interrogato su come la misura sarà implementata, ad esempio nelle scuole con 2º e 3º ciclo dove gli studenti più giovani sono proibiti dall’uso dello ‘smartphone’ ma i più grandi no, il ministro ha spiegato che questo è precisamente uno dei problemi segnalati dalle scuole e che il Ministero vuole discutere con i dirigenti.

Su questo tema, il segretario di Stato ha aggiunto che si mantengono le eccezioni previste nelle raccomandazioni emesse un anno fa, relative all’uso di ‘smartphone’ per fini pedagogici o di cellulari senza connessione a Internet.

[Notizia aggiornata alle 15:23]

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