In una nota stampa disponibile sul sito della Procura Distrettuale Centrale di Porto, il MP associa gli imputati accusati, attualmente in custodia preventiva, a un tentativo di rapina a Vila Verde nel febbraio 2024 e all’assalto di una gioielleria a Valença nel novembre dello stesso anno, realizzato mentre erano già sotto indagine.
Secondo il MP, ci sono indizi che, “da una data antecedente a febbraio 2024, quattro degli imputati (uno dei quali con funzioni di leader) residenti nella zona della Galizia, abbiano creato un’organizzazione volta alla pratica di crimini contro il patrimonio e contro le persone, mirando, tra l’altro, al furto nelle gioiellerie, con particolare attenzione alla regione dell’Alto Minho”.
“Sotto il comando del leader del gruppo”, gli imputati hanno reclutato “come operatori per l’esecuzione dei furti gli altri imputati, di altre nazionalità e residenti in altri paesi”, descrive il MP.
Mediante ricompense, gli imputati “hanno implementato una struttura fisica per l’esecuzione dei crimini, affittando luoghi per l’installazione degli imputati esecutori” e “affittando veicoli successivi con cui si spostavano”.
Inoltre, hanno acquisito “un ampio set di beni e strumenti per l’esecuzione dei crimini (come armi da fuoco, passamontagna, guanti)” e hanno organizzato “le incursioni per i bersagli”.
Secondo il MP, nella notte del 19 febbraio 2024, “gli operatori del gruppo, spostandosi su un veicolo con targhe di un altro veicolo precedentemente rubato, si sono diretti verso una gioielleria a Vila Verde, già chiusa”.
Avevano “l’intento di impossessarsi di beni e valori, non riuscendoci a causa della resistenza offerta dai sistemi di sicurezza/chiusura del luogo”.
Il 14 novembre 2024, alle 18:15, “alla guida di un’auto con targhe false (precedentemente sottratte) si sono recati in una gioielleria situata nel centro commerciale a Valença, ancora aperta al pubblico”.
“Impugnando un’arma ad aria compressa, sono entrati nella gioielleria, affrontando i proprietari e costringendoli, sotto minaccia di arma, a spostarsi nell’area della cassaforte”, aggiunge.
Uno dei proprietari “ha opposto resistenza” e uno degli imputati gli ha dato due pugni sul viso, “provocando la sua caduta a terra e proseguendo con le aggressioni fisiche”.
“Contemporaneamente, mentre due altri imputati rimanevano di guardia, un terzo è irrotto nella gioielleria, armato di pistola e cacciavite, iniziando a rompere le vetrine del negozio dove erano esposti numerosi articoli in oro (per un valore di 400 mila euro)”, ha indicato.
In quel momento, “sono stati sorpresi dalla presenza delle autorità, il che ha impedito loro di portare via i beni e i valori delle vittime”.
Il leader “aveva con sé la somma di 118.830 euro, generata e usata dall’organizzazione, e il Ministero Pubblico ha richiesto la confisca di tale somma a favore dello Stato”.
Così, il MP presso la Procura della Repubblica di Viana do Castelo ha presentato un’accusa “contro nove imputati, imputando loro la pratica, in coautoria di: un crimine di associazione per delinquere; due crimini di furto; un crimine di furto qualificato in forma tentata; un crimine di rapina qualificata in forma tentata; due crimini di falsificazione o contraffazione di documenti aggravati e un crimine di detenzione di arma proibita”.