Il PSD ha accettato oggi di aprire un periodo di audizioni, da svolgersi entro la fine della terza settimana di settembre, prima della votazione in sede di discussione in dettaglio e finale globale del decreto del Governo che modifica la legge sulla nazionalità. Questa posizione è stata comunicata dal deputato socialdemocratico António Rodrigues in una riunione della Commissione per gli Affari Costituzionali.
Tuttavia, il dirigente del gruppo parlamentare socialdemocratico ha anche avvertito che non accetterebbe che questo periodo di audizioni si prolunghi eccessivamente, facendo sì che la votazione finale globale del decreto dell’esecutivo possa, eventualmente, svolgersi dopo la conclusione del processo legislativo riguardante il Bilancio dello Stato per il 2026, ovvero a dicembre.
Venerdì scorso, la proposta di legge del Governo per la modifica del decreto sulla nazionalità è andata alla fase di discussione in dettaglio senza essere votata in generale, insieme a un progetto di legge di Chega sulla stessa materia.
La proposta di legge del Governo per la modifica del decreto sulla nazionalità mira ad aumentare il periodo di permanenza in Portogallo richiesto per l’ottenimento della cittadinanza (da cinque a 7 o 10 anni, a seconda che si tratti di cittadini lusofoni o non lusofoni).
Il Governo prevede, inoltre, la possibilità di perdita della nazionalità per i naturalizzati da meno di 10 anni che siano condannati a una pena detentiva effettiva pari o superiore a 5 anni per la commissione di crimini gravi. Quanto all’attribuzione della nazionalità originaria ai discendenti di stranieri residenti in Portogallo, viene richiesta la residenza legale per un periodo di tre anni.
La proposta del Governo di revisione della legge sulla nazionalità ha sollevato dubbi di costituzionalità, in particolare tra i partiti della sinistra parlamentare, soprattutto su questioni come la possibilità di perdita della nazionalità quando ottenuta per naturalizzazione e per decisione giudiziaria, in caso di condanna per crimini.
Venerdì, durante un dibattito sulla proposta del Governo di revisione della legge sulla nazionalità, in generale, l’intervento più incisivo è stato quello del dirigente del gruppo socialista Pedro Delgado Alves.
“La perdita della nazionalità proposta dal Governo è sproporzionata. Crea due categorie di cittadini: alcuni che sono in una sorta di periodo di prova e altri che hanno tutti i diritti”.
Secondo il vice del Gruppo Parlamentare del PS, il decreto del Governo viola la Costituzione per quanto riguarda “la retroattività”, poiché “persone che già oggi soddisfano i requisiti per richiedere la nazionalità non potrebbero più farlo, il che viola il principio della protezione della fiducia”.
Un progetto di Chega, anch’esso per la modifica della legge sulla nazionalità, ha avuto un parere dai servizi dell’Assemblea della Repubblica nel senso della sua incostituzionalità.
Pur accettando questi dubbi, il presidente dell’Assemblea della Repubblica, José Pedro Aguiar-Branco, ne ha consentito la discussione, sperando che eventuali incongruenze con la Legge Fondamentale possano essere corrette nel corso del processo legislativo.
Martedì, a Gaia, il presidente dell’Assemblea della Repubblica ha esteso i suoi avvertimenti al decreto dell’esecutivo. Ha affermato di aspettarsi che ci sia una riflessione sui potenziali rischi costituzionali della modifica alla legge sulla nazionalità proposta dal Governo, come l’effetto retroattivo della misura, nella fase di discussione in dettaglio.