In un comunicato, il PCP ha reagito alla notizia della RTP secondo cui una donna incinta al 31esimo settimana, in situazione di rischio, ha perso il bambino giovedì scorso dopo essere stata trasferita in un ospedale a più di un’ora di distanza dalla sua residenza.
Il partito ritiene che questa notizia “metta in evidenza la situazione insostenibile a cui l’azione dell’attuale Governo e dei precedenti ha condotto l’ostetricia nel Servizio Sanitario Nazionale (SNS)”.
“Le condizioni di lavoro e la retribuzione dei medici in generale, e degli ostetrici in particolare, sono state degradate, pur sapendo che l’ostetricia, insieme alla pediatria, era una delle specializzazioni più ambite dal settore privato, che, per il suo potenziale lucrativo, cercava di assumere più specialisti”, si legge nel comunicato.
Per il PCP, “l’assenza totale di misure da parte del Governo in questo ambito, come già accaduto con il Governo PS, limitandosi a chiudere servizi in modo intermittente e preparandosi già per chiusure definitive, ha portato a una situazione di insicurezza e disumanità per le donne incinte”.
“Quasi quotidianamente si registrano rapporti di donne incinte che si spostano da un ospedale all’altro, alla ricerca di un posto o di un’assistenza, o di donne costrette a lunghi viaggi per accedere alle cure ostetriche”, riferisce il partito.
Il PCP sostiene che si tratti di una “politica deliberata, che mette in discussione la sicurezza delle donne incinte e dei bambini” e considera “imprescindibile un’azione determinata di valorizzazione delle carriere dei professionisti della salute”, di investimento nei servizi e contro “la chiusura della maggior parte dei blocchi parto e delle emergenze ostetriche nella regione di Lisbona e Valle del Tejo”.
Il partito afferma inoltre che, “indipendentemente dall’eventuale accertamento delle responsabilità tecniche, importa affermare con chiarezza che le responsabilità fondamentali sono politiche e sono sotto gli occhi di tutti”.
“La responsabilità è del Governo e della sua politica che deliberatamente mette a rischio le donne, le loro gravidanze e i loro bambini”, accusa il PCP.
Il PCP ha presentato, nel frattempo, una richiesta di audizione urgente della ministra della Salute, Ana Paula Martins, presso l’Assemblea della Repubblica, “per fornire chiarimenti sulla situazione nei servizi di emergenza di ginecologia e ostetricia e le misure che il Governo intende adottare per risolvere definitivamente i vincoli attuali”.
Nel frattempo, il Ministero della Salute, in un comunicato, ha negato che sia stata rifiutata assistenza alla donna incinta che ha perso il bambino, assicurando che l’utente è stata assistita da un medico dell’INEM durante il tragitto tra Barreiro e l’Ospedale di Cascais.
“In ogni momento è stato garantito l’accesso alle cure sanitarie, concludendo che la risposta fornita all’utente sia dalla Linea gravidanza del SNS che dall’INEM è stata coerente con i protocolli di riferimento e di accesso in vigore”, assicura il ministero in un comunicato.
La reazione del Ministero della Salute (MS) arriva dopo che la RTP aveva riportato il caso di una donna incinta di 31 settimane che avrebbe contattato la Linea di Salute 24, senza successo, e alla fine ha chiamato il 112, attivando i vigili del fuoco di Barreiro.
Secondo la notizia, la donna incinta è stata trasportata a Cascais perché le emergenze dell’Ospedale S. Bernardo, a Setúbal, che avrebbero dovuto essere aperte, sono state chiuse per sovraffollamento, una situazione negata dal ministero.














