Primo semestre del 2025 con 515 mila richieste di nazionalità in sospeso.

Primo semestre del 2025 con 515 mila richieste di nazionalità in sospeso.
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L’Istituto dei Registri e del Notariato (IRN) aveva 515 mila richieste di cittadinanza pendenti nel primo semestre del 2025, secondo i dati aggiornati oggi sul Portale della Giustizia.

 

È il valore più alto registrato negli ultimi anni e si riferisce solo ai primi sei mesi: 515.334 richieste di cittadinanza pendenti alla fine del primo semestre del 2025.

Secondo i dati aggiornati oggi sul Portale della Giustizia, oltre a queste, l’IRN aveva registrato 121.460 richieste di cittadinanza inoltrate, 92.257 accettate e 3.649 respinte.

Dal 2020, i servizi hanno registrato il maggior numero di ingressi nel 2022 (367.348), ma il numero di pratiche pendenti è aumentato consecutivamente.

Nel 2023, l’anno più recente cui si riferiscono i dati più dettagliati, ci sono state 73.278 assegnazioni di cittadinanza (cioè concesse sulla base di legami familiari con portoghesi) e 41.393 acquisizioni in seguito a richieste e 8.129 rifiuti.

Nello stesso anno, le registrazioni di cittadinanza da parte di cittadini di ex colonie portoghesi hanno totalizzato 1.332 e sono state registrate 73 perdite di cittadinanza, i cui motivi non sono specificati.

I dati del Portale della Giustizia fanno anche riferimento al ‘top’ cinque dei paesi di provenienza delle acquisizioni di cittadinanza, guidato dal Brasile (10.365). Nella lista, con riferimento all’anno 2016, seguono Capo Verde (3.922), Ucraina (3.249), Angola (1.937) e Guinea-Bissau (1.791).

Venerdì, il ministro della Presidenza, António Leitão Amaro, aveva già fatto un bilancio del numero di richieste di cittadinanza pendenti, durante il dibattito sulla legge sulla cittadinanza.

Secondo il governatore, dei più di 500 mila richieste pendenti, solo il 15% riguarda portoghesi originari, nati all’estero.

“L’accesso e il possesso della cittadinanza portoghese non possono essere facilitati, non possono essere commercializzati”, perché la “cittadinanza non può essere una transazione né una transizione, per ottenere un passaporto e poi trasferirsi in altri paesi europei”, ha affermato il ministro, che ha considerato che, negli ultimi anni, “si è indebolito il legame richiesto alla comunità nazionale e questo ha avuto conseguenze, è esploso il numero di richieste di cittadinanza, ma non quelle dei figli di genitori portoghesi”.

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