Per Quenilson Mendes Marques, organizzatore della manifestazione, São Tomé e Príncipe “continua a essere un paese 100% dipendente” dall’esterno e questa situazione dimostra l'”incompetenza” e il “fallimento” dei governi che si succedono nella gestione del paese.
“Se osserviamo ciò che è l’indipendenza, São Tomé e Príncipe non è indipendente. São Tomé e Príncipe continua ad essere un paese 100% dipendente. Se guardiamo a livello politico, economico e sociale, la realtà a São Tomé è un fallimento totale. Il paese non ha una base finanziaria, non ha una base economica, il paese non ha un sistema sanitario adeguato, l’istruzione non garantisce la qualità, la vita della società è totalmente disallineata con la realtà, la gioventù è frustrata,” enumera all’agenzia Lusa.
Quenilson Marques, residente a Covilhã, riferisce che il suo paese “è totalmente vecchio. Tutto abbandonato”. “Gli edifici che i nostri antenati, i colonizzatori, hanno lasciato a São Tomé e Príncipe, sono tutti degradati. I nostri governanti non hanno saputo prendersi cura del paese negli ultimi 50 anni,” critica.
La protesta è contro la governanza, contro i 18 governi che il paese ha avuto fin dall’indipendenza, il 12 luglio 1975, sottolinea.
“L’indipendenza è come la parola. Alla fine, noi siamo grati e onoriamo la nostra libertà, soprattutto. E l’indipendenza è come la parola. Sì, noi siamo liberi, ok? Ma dopo l’indipendenza, dopo la libertà, cosa verrà? 50 anni di malgoverno. Come è possibile che un paese sia in queste condizioni,” si chiede e porta come esempi “strade completamente piene di buche, l’unico ospedale centrale completamente vecchio, persino gli edifici dove risiedono i ministri ecc., completamente dell’era passata.”
In sintesi, ritiene che i santomesi “non abbiano motivi per festeggiare i 50 anni”.
Honório Lavres de Oliveira, gestore contabile ed emigrante nel Regno Unito da 15 anni, ha dichiarato a Lusa di essersi unito alla manifestazione come segno di lotta “a favore dello sviluppo” dei suoi connazionali che a São Tomé e Príncipe sono “in una sofferenza così lunga”.
“È per questo motivo che sono qui, il tema di questa manifestazione mi obbliga e obbliga chiunque a collaborare, nel tentativo di minimizzare e con maggiore enfasi ai nostri governanti, che tocchi la testa dei nostri governanti, qualcosa che sia il migliore. O meglio, in poche parole, dire per cambiare il ‘chip’, cambiare il ‘chip’ della governanza per il benessere di tutti. È questa preoccupazione che mi ha portato qui,” ribadisce.
Alla manifestazione, partita dalla piazza del Marquês de Pombal e scesa lungo l’Avenida da Liberdade, sul marciapiede laterale, in direzione della piazza del Comércio, è stata esposta una grande bandiera di São Tomé e Príncipe e un cartellone su cui si leggeva “50 anni falliti, 50 anni di distruzione”.
Brandendo cartelli scritti a mano, i manifestanti hanno gridato slogan contro la corruzione e hanno fatto appello all’unità di tutti i santomesi.